La diagnosi energetica come strumento per migliorare le proprie prestazioni

Caso studio sull’Efficienza Energetica.

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Cosa chiede il mercato

Il Decreto Legislativo 102 del 4 luglio 2014, attuativo della Direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica, stabilisce un quadro di misure per la promozione e il miglioramento dell'efficienza energetica che concorrono al conseguimento dell'obiettivo nazionale di risparmio energetico (riduzione, entro l'anno 2020, di 20 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio dei consumi di energia primaria, pari a 15,5 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio di energia finale, conteggiati a partire dal 2010, in coerenza con la Strategia Energetica Nazionale).

Il decreto include i seguenti provvedimenti:

  • Le grandi imprese (impresa che occupa più di 250 persone e il cui fatturato annuo supera i 50 milioni di euro o il cui totale di bilancio annuo supera i 43 milioni di euro) dovranno eseguire una diagnosi energetica, condotta da società di servizi energetici, esperti in gestione dell'energia o auditor energetici, nei siti produttivi localizzati sul territorio nazionale entro il 5 dicembre 2015 e successivamente ogni 4 anni. Tale obbligo non si applica alle grandi imprese che hanno adottato sistemi di gestione conformi EMAS e alle norme ISO 50001 o EN ISO 14001, a condizione che il sistema di gestione in questione includa un audit energetico.
  • Le imprese a forte consumo di energia (imprese per le quali si sono verificate entrambe le seguenti condizioni: abbiano utilizzato, per lo svolgimento della propria attività, almeno 2,4 GWh di energia elettrica oppure almeno 2,4 GWh di energia diversa dall’elettrica e il rapporto tra il costo effettivo del quantitativo complessivo dell’energia utilizzata per lo svolgimento della propria attività, e il valore del fatturato, non sia risultato inferiore al 3 per cento) sono tenute, ad eseguire le diagnosi entro il 5 dicembre 2015 e successivamente ogni 4 anni, indipendentemente dalla loro dimensione e a dare progressiva attuazione, in tempi ragionevoli, agli interventi di efficienza individuati dalle diagnosi stesse o in alternativa ad adottare sistemi di gestione conformi alle norme ISO 50001.

Per diagnosi energetica si intende quanto riportato nell’articolo 2 comma 1 lettera n) del Decreto legislativo 115 del 2008: “procedura sistematica volta a fornire un'adeguata conoscenza del profilo di consumo energetico di un edificio o gruppo di edifici, di una attività o impianto industriale o di servizi pubblici o privati, ad individuare e quantificare le opportunità di risparmio energetico sotto il profilo costi-benefici e riferire in merito ai risultati”.

Cosa abbiamo fatto

Dopo parecchie diagnosi, abbiamo studiato una procedura per andare oltre agli obblighi di legge, creando uno strumento per aiutare l’azienda a capire come vanno i consumi e dove possono essere studiate strategie di riduzione costi in grado di generare benefici economici per l’organizzazione.

L’implementazione del progetto è strutturata sulla base del seguente modello:

 

 

Questo modello è nato dopo una diagnosi che ci è stata richiesta da parte di una catena di negozi con una sede operativa ed oltre 30 punti vendita in tutta Italia, dove i singoli punti vendita possono essere considerati delle piccole imprese singole con le proprie peculiarità: affitto o proprietà, riscaldamento autonomo o centralizzato, appena ristrutturato o “vecchio”, classe A o molto energivora, con o senza magazzini e area uffici.

Per tale motivo i diversi punti vendita sono stati trattati come singole unità dove è stato eseguito un sopralluogo iniziale, utile a mappare lo stato e la disposizione dei locali, il numero dei corpi illuminanti e la dislocazione degli impianti di riscaldamento.

L’analisi dell’EGE (esperto gestione energia e tecnico Ecoconsult) si è concentrata sullo studio dei contratti di fornitura elettrico e termico e sulle relative bollette, con particolare attenzione all’ultimo anno di attività. Per ciascuno dei flussi energetici presi in esame sono state effettuate le seguenti valutazioni:

  • analisi dell’andamento del consumo complessivo dell’intero sito nel periodo di riferimento della diagnosi;
  • calcolo della ripartizione dei consumi nelle varie macro-aree funzionali;
  • analisi di dettaglio dei consumi per servizio attività e per singola utenza energetica. 

Sulla base dei dati ricavati è stato possibile costruire il modello energetico del “sito” con i relativi indicatori di monitoraggio per arrivare infine alla definizione di un piano di miglioramento che si è articolato in tre interventi base.  

  1. Valutazione dei contratti di fornitura: verifica delle attuali tariffe contrattuali, confronti con altri fornitori del settore, eventuale stipula di un contratto quadro con unico fornitore per tutte le tipologie di energia necessarie.
  2. Sostituzione dei corpi illuminanti, con il passaggio da tubi al neon a tubi a led (nonostante l’apparente svantaggio del costo iniziale di sostituzione, questo riesce ad essere ammortizzato in tempi brevi, dai 3 ai 5 anni).
  3. Installazione di rilevatori di presenza in tutti quegli ambienti che richiedono illuminazione solo per periodi di tempo limitati.

Questo ci ha permesso di conoscere strumenti che sono applicabili anche alle realtà più piccole, come:

  • Ottimizzazione dei contratti di fornitura energetica
  • Razionalizzazione dei flussi energetici
  • Recupero delle energie disperse
  • Individuazione di tecnologie per il risparmio di energia
  • Miglioramento delle modalità di conduzione e manutenzione

La tecnologia LED - approfondimento

LED è l’acronimo di "diodo emettitore di luce". Un LED è un diodo semiconduttore che emette luce quando viene applicata una tensione ad esso.

I LED hanno una serie di vantaggi - Total Cost of Ownership inferiore rispetto ad ogni altra tecnologia:

  • Riduzione del consumo energetico tra il 50% ed il 75%
  • Lungo ciclo di vita (oltre 75.000 ore)
  • Stabilità delle performance nel tempo (altre tecnologie hanno riduzioni significative già dopo 3.000 ore)

Riduzione dei costi secondari connessi all’illuminazione:

  • Minima produzione di calore e trascurabile impatto sul condizionamento

Altissima qualità della luce:

  • Ideale per l’occhio umano
  • Eccellente Indice di Resa Cromatica (CRI fino a 96%)
  • Zero emissioni di raggi UV e IR
  • Basso voltaggio e assenza di scintille
  • Limitato impatto ambientale: nessuna presenza di piombo, mercurio e altri metalli pesanti
  • Modulazione elettronica della luminosità
  • Accensione istantanea (nanosecondi)

Efficienza luminosa delle lampade da interno

L'efficienza luminosa è pari al rapporto fra il flusso luminoso espresso in Lumen (Lm) emesso da una sorgente luminosa e la potenza elettrica assorbita in Watt (W): E = F/P.

L'efficienza luminosa si misura in Lm/W; essa è una funzione variabile con il tipo di lampada, ad esempio:

  • per le lampade ad incandescenza: 12 Lm/W
  • per le lampade alogene: 15 Lm/W
  • per le lampade al mercurio: 40-60 Lm/W
  • per le lampade a risparmio energetico: 60-80 Lm/W
  • per le lampade al neon: 60-100 Lm/W

Alcune sorgenti a LED raggiungono, entro un angolo di 130°, l'efficienza di oltre 140 lm/watt

Gli impianti con tecnologia a LED:

  1. Garantiscono consumi inferiori, sia rispetto alle tradizionali fonti di illuminamento sia rispetto alle più recenti a risparmio energetico (fluorescenti compatte) che ai neon (fluorescenti lineari)
  2. Garantiscono una durata maggiore (superiore alle 50.000 ore, quindi, almeno 12 anni di utilizzo per 10 ore giornaliere)
  3. Richiedono ridotti costi di manutenzione
  4. Permettono un contenimento dell’inquinamento luminoso in caso di utilizzo esterno.

Fonte: studio interno su fonte ENEA

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